Se sei una mamma o un papà , sai bene che essere genitori è un viaggio meraviglioso, ma non è privo di sfide. Ogni fase dello sviluppo di un bambino può metterci in difficoltà in modi differenti, ogni età richiede un approccio diverso, poiché i bisogni emotivi e comportamentali evolvono nel tempo. In questo articolo esploreremo le principali difficoltà che, come terapeuta familiare e come mamma, ho avuto modo di osservare con maggiore frequenza nei genitori, suddividendole nelle varie fasi della crescita, e proveremo ad identificare qualche piccola strategia per affrontarle nel migliore dei modi.

1. La prima infanzia (0-3 anni):
Stabilire legami e routine
Durante i primi anni di vita, i genitori spesso si trovano a dover gestire la formazione del legame di attaccamento e la creazione di routine quotidiane. Dai resoconti dei miei pazienti ho osservato che le sfide più comuni includono:
- Comprendere i segnali del bambino.
- Gestire il sonno irregolare.
- Bilanciare la protezione con l’incoraggiamento all’esplorazione.
Rispetto a questo, possiamo identificare alcune soluzioni che possono agevolare, ad esempio può essere molto utile creare un ambiente sicuro che incoraggi l'esplorazione e condividere tempo di qualità , il che significa essere presenti emotivamente e fisicamente, con particolare attenzione alle esigenze del bambino.

2. La prima infanzia avanzata (3-6 anni):
Il bisogno di autonomia e regole
I bambini in questa fase iniziano a sviluppare la propria personalità e desiderano maggiore indipendenza.
I genitori potrebbero affrontare:
- Comportamenti oppositivi.
- Difficoltà nell'instaurare regole e limiti.
- Ansie legate alla socializzazione.
In questi casi risulta essenziale stabilire regole chiare ma flessibili e promuovere una comunicazione aperta volta a spiegare le ragioni di tali regole.

3. Età scolare (6-12 anni):
L'importanza delle relazioni sociali
Con l'inizio della scuola, i bambini ampliano il loro mondo sociale. Le difficoltà possono includere:
- Gestire le relazioni con i pari.
- Affrontare i primi fallimenti o difficoltà scolastiche.
- Bilanciare le attività extrascolastiche con il tempo libero.
Compito del genitore in questa fase della vita è quello di incoraggiare l’autonomia e la risoluzione dei problemi è laddove se ne verifichi l'esigenza, aiutare il bambino a gestire le frustrazioni.

4. Adolescenza (12-18 anni):
L’identità e l’indipendenza
L’adolescenza è forse la fase più impegnativa e temuta dai genitori. I ragazzi cercano di affermare la propria identità, spesso mettendo in discussione le regole e i valori familiari. Le sfide comuni includono:
- Conflitti generazionali.
- Questioni legate alla gestione delle emozioni e al comportamento impulsivo.
- Preoccupazioni per l’influenza dei coetanei.
E’ fondamentale in questa fase del ciclo di vita che il genitore sia propenso ad ascoltare senza giudicare, favorendo il dialogo aperto, e ad offrire certamente sostegno emotivo ma anche spazi di autonomia.

Ogni fase dello sviluppo dei figli presenta sfide uniche, ma con una buona comunicazione, pazienza e flessibilità, i genitori possono navigare con successo queste tappe cruciali. L'importante è ricordare che non esiste il genitore perfetto, ma ogni passo nel percorso di crescita offre un'opportunità di apprendimento reciproco
Sentirsi sopraffatti, frustrati o incerti su come affrontare determinate situazioni è assolutamente normale. In questi momenti, è importante ricordare che chiedere aiuto non è un segno di fallimento, ma piuttosto un atto di responsabilità e cura, sia verso se stessi che verso i propri figli. Un supporto terapeutico in questi casi può offrire uno spazio sicuro per tutta la famiglia per esplorare le difficoltà, acquisire nuove prospettive e strumenti pratici per gestire meglio le dinamiche familiari.
Chiedere aiuto non significa essere genitori "imperfetti", ma piuttosto riconoscere che anche per il genitore ci sono momenti in cui è tanto utile supporto e comprensione.
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