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Il tuo BAMBINO piange per andare a SCUOLA? SCOPRIAMO INSIEME COSA FARE!

Cari genitori,

l'articolo di oggi riguarda un tema a voi (e a me) molto caro: L'INSERIMENTO.

Che si tratti di asilo nido o scuola materna, l'inserimento è un momento delicato per tutta la famiglia. Rappresenta, insieme all'indipendenza notturna del bambino a dormire da solo, uno dei primi grandi distacchi fisici tra genitori e figli.

La difficoltà emotiva riguarda tanto i figli quanto i genitori, spesso carichi di sensi di colpa e cuori spezzati quando sentono il loro piccino piangere al momento dei saluti.

In realtà il pianto al saluto del genitore, entro certi limiti ovviamente, è indice di un attaccamento sicuro! Dunque, cari genitori, datevi una pacca sulla spalla e rincuoratevi un po'!



PAROLA CHIAVE: UNICITÀ!

Molti di voi mi chiedono consigli su come è meglio agire e comportarsi durante l'inserimento. La mia opinione è che non esiste una risposta univoca ed universale, in quanto ogni bambino è unico ed esistono davvero tante variabili.

Ad esempio, il tipo di inserimento.

Ci sono realtà più "drastiche", che prevedono il salutare il bambino alla porta fin da subito, altre realtà più "carezzevoli" che considerano un arco temporale di circa due settimane in cui il tempo in cui il genitore esce dalla struttura va ad aumentare gradualmente, oppure ultimamente sta prendendo piede anche in Italia il metodo svedese, il quale prevede che il bambino trascorra i primi tre giorni al nido insieme al genitore così che l'educatore possa osservarli ed avere una conoscenza di base abbastanza proficua del bambino e delle sue abitudini relazionali.

Chiaramente, viene da se che già considerando solo questa variabile, ci sarebbero tante indicazioni diverse da dare.

Un'altra variabile importante riguarda le abitudini pregresse del bambino rispetto al tempo trascorso con altri al di fuori delle figure genitoriali.


Ancora, l'età del bambino.

Per esempio, nel caso del nido, va infatti considerato che intorno al nono mese di vita subentra la cosiddetta "paura dell'estraneo", dunque l'inserimento in un nuovo ambiente potrebbe aggiungere ulteriore difficoltà ad un periodo di vita già delicato del piccolo, richiedendo dunque un'attenzione in più.

Questo non significa che ci sono delle età in cui è sconsigliato intraprendere l'inserimento, semplicemente bisogna ricordare che ogni situazione è a se stante e dunque va seguita rispettando la delicatezza e le attenzioni che ogni fase dello sviluppo del bambino necessita.



QUALCHE CONSIGLIO PRATICO

Detto questo, esistono sicuramente delle "regole base" che sono trasversali a tutte le età e in tutti i contesti, e se rispettate potrebbero garantire un inserimento sereno ed armonioso; cercherò di elencarle di seguito.


1. Salutate, salutate sempre!

Sopratutto in passato, troppo spesso si diceva al genitore "vai vai, aprofitta ora che non ti vede". NO! La fiducia del bambino non va mai tradita, questo minerebbe il rapporto con l'ambiente e a lungo andare la fiducia riposta nei vostri confronti. I piccoli hanno bisogno di associare il saluto ad un allontanamento, e l'esperienza gli farà capire che quell'allontanamento sarà solo temporaneo. Altrimenti, perderebbero il controllo sulla situazione, restando confusi, spaesati ed impauriti.


2. Raccontate.

Già dal momento in cui prendete lo zainetto a casa, spiegategli che state per andare all'asilo, chi ci sarà ad attenderlo, ricordate che vi saluterete per un po', ditegli quello che farà lui nel frattempo e cosa farete voi, fin quando lo andrete a riprendere. Aggiungete anche cosa farete dopo. Come prima, questo darà al piccolo una sensazione di maggior controllo sulla sitiazione, riducendo il livello di ansia per la separazione. Questo vale per i bambini della materna sicuramente, ma anche per i più piccoli, non sottovalutate la loro comprensione!


3. Rassicura e dai un nome all'emozione.

Il pianto, e in generale il lamento, è un emozione che vostro figlio vi sta comunicando e come tale non va mai sminuita né ignorata. Al contrario, va accolto, coccolato e rassicurato su come sia normale sentirsi un po' tristi, cercando al contempo di aiutarlo a gestire quell'emozione, ad esempio focalizzando l'attenzione sull'aspetto tro positivo, ad esempio quanto sarà bello giocare con i compagni, cosa che a casa non può fare.


4. Mostrati serena/o e dai fiducia agli educatori ed educatrici.

Se non sei tu la prima a farlo, tuo figlio non riuscirà mai. È necessario comprenda attraverso la tua fiducia nelle persone e nel posto in cui lo stai lasciando che si trova al sicuro.


5. L'oggetto trasazionale.

Bowlby (psicoanalista) definisce così quell'oggetto che aiuta il bambino ad allontanarsi dal genitore perché gli sà di casa. Sinteticamente, si tratta della famosa copertina di Linus. Se la struttura lo permette, lasciate che vostro figlio porti con sè un gioco o un qualsiasi altro oggetto a lui familiare per tutto il tempo di permanenza all'asilo. Questo gli darà conforto.




RISPETTATE IL VOSTRO TEMPO

Infine, mi sento di dire di non darvi fretta, ove possibile rispettate i tempi del bambino e i vostri. In molti casi i bambini vi sorprenderanno!

Non dimenticate inoltre di ascoltare anche le vostre emozioni. È un momento tanto delicato anche per il genitore, e può essere utile condividere i propri pensieri e le proprie emozioni con altri genitori o con le persone che avete vicino, così da rassicurare anche voi stessi. Non trascurate mai le vostre sensazioni, anche perché in qualche modo arriveranno anche ai vostri bambini, e nei casi più estremi potrebbero ostacolare il percorso di inserimento.


Il mio consiglio finale, genitori, è dunque di ascoltare sempre le vostre emozioni e condividere sempre ogni dubbio e perplessità.



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